Commento dell'editore e seconda di copertina:
Per Aby Warburg, le immagini celavano al loro interno fantasmi spesso terrifici, che tentavano di tenere a bada: senza mai riuscire fino in fondo a nasconderne le tracce. È un'idea cruciale per il nostro modo di leggerle, che nel tempo ha trovato innumerevoli riscontri. Pochi, però, nitidi quanto quelli che ha lasciato dietro di sé Opicino de Canistris. Nato a Pavia alla fine del Duecento, scriba alla corte papale di Avignone, nel corso di una vita irrequieta e tormentosa Opicino ha lavorato a una serie di tavole straordinarie. Formalmente ispirate alle mappe dei cartografi genovesi che aveva a lungo maneggiato in Francia, le carte di Opicino sono qualcosa fra una cosmologia blasfema e un diario – quanto mai minuzioso – di quella catastrofe dell'anima che abbiamo imparato a chiamare psicosi. Ma rimangono in definitiva un affascinante enigma, tutto da decifrare. E questa, narrata da Sylvain Piron, è la loro storia.
Indice:
pag. 11 I. Manovre di avvicinamento
57 Note autobiografiche
75 II. Nel labirinto
115 Come è stata fatta quest'opera
117 Del conservare il tesoro nascosto fino a tempo debito
119 III. La confessione infinita
155 Sulle numerose tentazioni che ho attraversato, e i loro tormenti
159 IV. Lotta contro se stesso
189 Raffronto tra il corpo personale e il corpo dell'Europa
190 Della disposizione spirituale dell'Europa paragonata a quella dell'uomo
191 Le proprietà del cuore, del mare, del petto e del ventre dell'Europa
193 V. I mondi sovrapposti
224 Del sapere naturale