BUONE CONDIZIONI
Quarta di copertina:
Per completare gli studi sull'anagogia dantesca è necessario fondare il Dante anagogico, cioè ammettere, dopo averne mostrato la speciale condizione carismatica personale, la realtà di un Dante che, fin dalla puerizia e dalla prima adolescenza, cade in particolari "sonni" che gli permettono non solo di "vedere" la realtà spirituale, al modo dei grandi e autentici mistici esperienziali, ma di trovarsi realmente "di là". E questo avviene, come lo stesso Dante ripetutamente afferma, per straordinaria grazia di Dio. Questo serve a differenziarlo da altre esperienze iniziatiche che ugualmente, attraverso speciali tecniche, conducono verso la visione. Perciò l'opera di Dante ha un reale fondamento mistico straordinario, che è "realtà" e non solo "fictio". In vario e diverso modo tutta l'opera di Dante, a partire dalla Vita Nova, presenta carattere anagogico, non solo la Comedia. Questo è il capovolgimento che rinnova gli studi danteschi. Assume, dunque, nuova realtà il famoso In exitu Israel de Egypto, per cui, anagogicamente, l'exitu è l'uscita da sé. Al rientro in sé Dante, dopo aver visto, scrive. E quello che noi leggiamo è realtà.
Indice:
pag. 5 Inrtoduzione
IL DANTE ANAGOGICO
11 Premessa
21 Capitolo primo
49 Capitolo secondo
75 Capitolo terzo
83 Capitolo quarto
91 Capitolo quinto
99 Capitolo sesto
103 Capitolo settimo
111 Capitolo ottavo
119 Capitolo nono
149 Capitolo decimo
159 Capitolo undicesimo
189 L'Autore