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Commento dell'editore:
Per il suo libro d'esordio, la scrittrice milanese Sabina Colloredo ha scelto di rifarsi a un modello di grande tradizione ma generalmente non molto frequentato dalla narrativa italiana di questi anni: il romanzo storico e d'avventura in cui eventi e personaggi reali del passato si mischiano con elementi di pura fantasia e invenzione. In questo caso l'ambientazione risale sino all'epoca delle invasioni barbariche, e in particolare al periodo che va dall'autunno del 567 all'estate del 568, quando il popolo dei Longobardi attraversò i confini italici per instaurare il proprio dominio nel nord della penisola.
Seconda di copertina:
Dopo la caduta dell'impero romano, la Storia si trova a uno di quei crocevia nei quali sembra essere una terra di nessuno. Quale è, in quel periodo, l'Italia. Molti popoli premono alle sue porte. Uno, in particolare, guarda a essa come a un sogno. Il suo re, Alboino, sa che quel sogno, accarezzato dai suoi avi come un frutto proibito, sta per realizzarsi, e lui ne sarà l'artefice: condurre i Longobardi, i guerrieri «dalle lunghe barbe», dalle pianure della Pannonia a quelle assai più fertili della Padania, al di là delle Alpi. Finalmente, in una livida alba di primavera del 568 d.C., egli dà l'ordine: un'immensa carovana composta da trecentomila uomini, donne e bambini, con i carri e le mandrie, comincia la straordinaria avventura della Grande Marcia. Intorno ad Alboino si muovono i personaggi di una grandiosa epopea: la moglie e regina Rosmunda, segretamente innamorata del guerriero Elmichi; la figlia ribelle Alpsuinda; la spietata e bellissima sacerdotessa Rodelinda; gli Ari, sanguinaria setta di guerrieri votati al culto del dio Wotan. Tra congiure e battaglie, passioni e desideri, si consuma lo scontro di un popolo «barbaro», desideroso di uscire dall'anonimato della Storia, con ciò che resta del grande impero romano... Affrontando uno dei periodi più oscuri e suggestivi del nostro passato, Sabina Colloredo ci coinvolge in una vicenda appassionante che intreccia Storia e fantasia, leggenda e invenzione, e che ha il fascino arcano e senza tempo di una misteriosa saga nordica.
Quarta di copertina:
«E FINALMENTE IL SERPENTE SI MOSSE. ALL'ALBA DEL 2 APRILE 568 D.C., LUNEDÌ DI PASQUA, IL SUONO DEI CORNI RIECHEGGIÒ
IN TUTTA LA PANNONIA.
ERA IL SEGNALE: L'IMMANE COLONNA COMPOSTA DA TRECENTOMILA UOMINI, DONNE E BAMBINI, SI STACCÒ CON UN BOATO DI GIUBILO DALLA PIANA CHE COSTEGGIAVA LA PUNTA OCCIDENTALE DEL LAGO BALATON. LA POLVERE SOLLEVATA DALLE MIGLIAIA DI PIEDI E DI ZOCCOLI OSCURÒ IL SOLE.»
Indice:
pag. 7 Prologo. Penisola dello Jutland (150 a.C.)
13 1. Pannonia (566 d.C.)
25 2. Padania (567 d.C.)
31 3. Padania (ottobre 567)
37 4. Castello di San Giorgio (novembre 567)
48 5. Pannonia (dicembre 567)
54 6. Padania (dicembre 567)
59 7. Liguria (dicembre 567)
71 8. Pannonia (gennaio 568)
86 9. Castello di San Giorgio (gennaio 568)
94 10. Liguria (gennaio 568)
105 11. Pannonia (febbraio 568)
119 12. Friuli (febbraio 568)
137 13. Castello di San Giorgio (marzo 568)
148 14. Pannonia (marzo 568)
156 15. Castello di Nemas (marzo 568)
168 16. Castello di San Giorgio (marzo 568)
180 17. Pannonia (aprile 568)
191 18. Pannonia (aprile 568)
204 19. Castello di San Giorgio (aprile 568)
215 20. La Grande Marcia (maggio 568)
230 21. Castello di San Giorgio (maggio 568)
237 22. La Grande Marcia (maggio 568)
244 23. Castello di San Giorgio (maggio 568)
257 24. Valle del Vipacco (maggio 568)
266 25. Castello di San Giorgio (giugno 568)
282 26. Fiume Isonzo (giugno 568)
290 27. Castello di San Giorgio (giugno 568)
303 28. Castello di San Giorgio (giugno 568)
315 29. Friuli (agosto 568)