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Purgatorio, c. VII. Tal parve quegli, e poi chinò le ciglia, Ed umilmente ritornò vêr lui, Ed abbracciollo ove il minor s'appiglia - CARTOLINA
Purgatorio, c. XIII. Di vil cilicio mi parean coperti, E l'un sofferia l'altro con la spalla E tutti dalla ripa eran sofferti - CARTOLINA
Purgatorio, c. XV. Ed ecco a poco a poco un fummo farsi Verso di noi, come la notte, oscuro; Né da quello era loco da scansarsi - CARTOLINA
Purgatorio, c. IX. Dianzi, nell'alba che precede al giorno, Quando l'anima tua dentro dormia Sopra li fiori, onde laggiù è adorno Venne una donna, e disse: Io son Lucia - CARTOLINA
Purgatorio, c. XX. Perché men paia il mal futuro e il fatto Veggio in Alagna entrar lo fiordaliso, E nel vicario suo Cristo esser catto - CARTOLINA
Purgatorio, c. XI. "Oh!"dissi lui: "Non se' tu Oderisi, L'onor d'Aggobbio, e l'onore di quell'arte Che alluminare, chiamata è in Parisi?" - CARTOLINA
Purgatorio, c. VIII. E vidi uscir dall'alto e scender giùe Due angeli con due spade affocate, Tronche e private delle punte sue - CARTOLINA
Purgatorio, c. V. Quivi perdei la vista, e la parola Nel nome di Maria finii; e quivi Caddi, e rimase la mia carne sola - CARTOLINA
Purgatorio, c. X. L'angel che venne in terra col decreto Della molt'anni lacrimata pace, Che aperse il ciel dal suo lungo divieto, Dinanzi a noi pareva sì verace Quivi intagliato in un atto soave, Che non sembiava immagine che tace - CARTOLINA
Purgatorio, c. I. Lo duca mio allor mi diè di piglio, E con parole e con mano e con cenni, Riverenti mi fe' le gambe e il ciglio - CARTOLINA